Eye Movement Desensitization and Reprocessing

EMDR

Che cos’è l’EMDR?

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un metodo terapeutico utilizzato per il trattamento di problematiche legate ad eventi traumatici.

L’EMDR, basato sul modello AIP, aiuta a elaborare i traumi immagazzinati in modo disfunzionale nella memoria insieme a emozioni e sensazioni disturbanti. Queste informazioni “congelate” causano disagio e disturbi come ad esempio il PTSD (Disturbo da stress post traumatico). L’EMDR mira a ripristinare il normale processo di elaborazione creando nuove connessioni neurali, permettendo al paziente di rielaborare l’evento traumatico da una prospettiva nuova. Il protocollo coinvolge aspetti cognitivi, emotivi, comportamentali e neurofisiologici, guidando il paziente verso una risoluzione adattiva e un’integrazione positiva dell’esperienza.

L’EMDR si concentra sul ricordo traumatico, usando movimenti oculari o stimolazioni alternate per trattare disturbi legati a esperienze traumatiche o stress emotivo. In tal modo, i ricordi disturbanti si desensibilizzano, perdendo intensità emotiva, l’immagine e i pensieri intrusivi diventano più adattivi, emozioni e sensazioni fisiche si riducono. L’EMDR favorisce la ristrutturazione cognitiva, cambiando la percezione di sé e le reazioni fisiche, permettendo comportamenti più adattivi. Clinicamente, vengono così trattati i sintomi del disturbo post-traumatico da stress, come intrusività, evitamento e iperarousal. Il paziente distingue meglio i pericoli reali da quelli immaginari, vivendo il ricordo traumatico come un fatto passato e distaccato, meno emotivamente disturbante.

Dopo l’EMDR il paziente ricorda l’evento ma il contenuto è integrato in una prospettiva più adattiva. L’esperienza è usata in modo costruttivo dall’individuo ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo. Cioè il paziente realizza le connessioni di associazioni appropriate, quello che è utile è appreso ed immagazzinato con l’emozione corrispondente ed è disponibile per l’uso futuro.

In trent’anni dalla scoperta della ricercatrice Francine Shapiro, l’EMDR è il metodo più supportato scientificamente per il trattamento dei traumi. Riconosciuto da enti come l’American Psychological Association, l’American Psychiatric Association, l’International Society for Traumatic Stress Studies e il Ministero della Salute, l’OMS nel 2013 lo ha indicato come trattamento efficace per il trauma e i disturbi correlati. È ampiamente usato anche per altri disturbi psicologici, intervenendo sull’origine traumatica di molte patologie.


La ricerca sull’EMDR ha evidenziato per la prima volta i cambiamenti neurobiologici durante la psicoterapia, rendendolo il primo trattamento con efficacia neurobiologica dimostrata, associando i risultati clinici a modifiche cerebrali.

Cos’è un trauma?

Il trauma psicologico, dal greco "ferita", è una ferita dell’anima che altera il modo di vivere e vedere il mondo, causando un impatto negativo. Esistono traumi relazionali, (“traumi ”): “esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intesa”, come umiliazioni o brusche interazioni con le figure di accudimento. Trascuratezza e negligenza rientrano nelle esperienze traumatiche dei bambini. Ci sono inoltre traumi (“Traumi”)che minacciano la vita o l’integrità fisica, come disastri, abusi o incidenti.

Nonostante gli eventi sopra descritti riferiti alle due tipologie di trauma siano molto differenti, la ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi.

Non tutte le persone reagiscono ugualmente a un trauma: alcune si riprendono rapidamente, altre manifestano reazioni gravi che ostacolano la loro vita normale.

Essere vittima di un trauma causa effetti emotivi e corporei. Studi scientifici mostrano che traumi importanti riducono il volume di ippocampo e amigdala, evidenziando il legame mente-corpo. L’impatto emotivo influenza anche la neurobiologia, perciò intervenire sull’elaborazione del trauma agisce sulla plasticità cerebrale. Dopo un evento traumatico, il 70-80% dei casi si risolve naturalmente grazie ai meccanismi cerebrali che integrano l’esperienza nelle memorie, rendendola adattiva. Ma cosa succede quando ciò non avviene?

Alcune persone soffrono per un trauma anche dopo molto tempo, provando angoscia che impedisce una vita lavorativa e relazionale soddisfacente. Per loro, il passato è ancora presente.

Questo quadro sintomatologico, che può evolvere in Disturbo da Stress Post-Traumatico, si manifesta con il continuo rivivere l’evento traumatico e le emozioni negative associate. Quando le reazioni sono intense e la sofferenza significativa, è importante rivolgersi a uno specialista.

Solo PTSD?

No, l’EMDR non trova riprova scientifica e applicazione solo per il PTSD, bensì viene utilizzato con beneficio nel trattamento di 52 patologie, quali ad esempio:

disturbi d’ansia

depressione

disturbi alimentari

dipendenze

e molti altri ancora.

Fonte: https://emdr.it/emdr-2023/